Ministero della Pubblica Istruzione. Direzione generale Antichità e Belle Arti. Archivio fotografico

1861 - 1975
  • DATA ACQUISIZIONE1973
  • SOGGETTO PRODUTTOREGabinetto Fotografico Gallerie degli UffiziGabinetto Fotografico NazionaleGabinetto fotografico della Regia Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna - FirenzeAereonautica
    Fratelli AlinariAndersonBraunBrogiBruckmannFratelli D'AlessandriMorpurgo, LucianoMoscioni, RomualdoCeccato, AntonioFerrario, AchilleMalenotti, GinoTuminello, Lodovico
  • CRONOLOGIA1861 - 1975
  • storia istituzionale/amministrativa, nota biograficaLa Direzione Generale Antichità e Belle Arti, organismo istituzionale del Ministero della Pubblica Istruzione, viene istituita con competenze molteplici relative a scavi archeologici, musei, gallerie, opere d’arte e istituti accademici d’istruzione nel 1881, in seguito alla soppressione del Provveditorato Centrale per le Belle Arti. La storia della Direzione generale risente di spinte contrastanti, che talvolta si indirizzano verso una ripartizione chiara delle competenze scientifiche e amministrative, così come di settore d’ intervento, altre invece privilegiano la costituzione di un’autorità centrale di indirizzo e coordinamento. Nel corso dei decenni, con l'avvicendarsi dei ministri per la Pubblica Istruzione, l’ossatura dell’ente si modifica in un senso e nell’altro fino al 1891, anno in cui viene soppressa la Direzione generale della Antichità e Belle Arti e vengono create due specifiche divisioni: la prima per l’Arte Antica e la seconda per l’Arte Moderna (Accademie e Istituti di Belle Arti) sciogliendo il connubio “sempre più equivoco, inutile e dannoso, tra istruzione artistica e tutela dei monumenti” (Monumenti e istituzioni 1992). Villari, allora ministro, con questa iniziativa sottolinea l’importanza di ambiti differenti che richiedono specifiche professionalità distinte da quelle artistiche. Con una repentina e successiva trasformazione nel 1893, ad opera del ministro Martini, le divisioni vengono modificate in Divisione scavi, musei e gallerie e Divisione monumenti e scuole d’Arte, accorpando nuovamente "ciò che riguarda la custodia e la riparazione dei monumenti" e tutto quanto concerne "gli istituiti di belle Arti, le accademie, le Gallerie d’Arte moderna, la regia Calcografia, il Pensionato e le esposizioni artistiche" (Monumenti e istituzioni 1992). Nel 1895 viene però nuovamente ricompattata la Direzione generale che subirà riassetti e riorganizzazioni interne per tutta la sua durata, fino alla creazione nel 1975, del Ministero per i Beni Culturali che ha raccolto le competenze precedentemente affidate al Ministero della Pubblica Istruzione (Antichità e Belle Arti, Accademie e Biblioteche) e al Ministero degli Interni (Archivi di Stato).
  • storia archivisticaIntorno agli anni '70 dell'Ottocento si profila l'esigenza istituzionale di avviare una ricognizione catalografica sul territorio nazionale delle emergenze architettoniche e storico artistiche. A questo scopo a livello ministeriale vengono redatti elenchi e si affidano ai fotografi le prime campagne documentarie di rilievo: siamo nel 1878 e nei quattro anni successivi moltissimi centri italiani vengono interessati da un'indagine fotografica sistematica. Il dibattito sulle modalità della riproduzione fotografica conduce alla redazione di un vero e proprio “Regolamento per le riproduzioni fotografiche dei monumenti ed opere d’arte” (1893) che prevedeva la consegna delle copie d’obbligo e in alcuni casi dei negativi originali. Il susseguirsi di queste campagne, unito alla nuova sensibilità per il restauro e la documentazione delle sue varie fasi, comporta la creazione di un primo corposo nucleo di immagini che vanno senz'altro a costituire la base del fondo MPI, in stretta connessione con organismi ministeriali quali la Direzione Generale di Antichità e Belle Arti, l'Ufficio per il Catalogo e la Regia Calcografia. Già nei primi anni '90 la raccolta ha raggiunto proporzioni tali da rendersi necessaria un'adeguata sistemazione funzionale al suo ordinamento e conseguente utilizzo. Vengono accorpati i materiali provenienti dalla Direzione Scavi Musei e Gallerie e della Direzione Monumenti costituendo la “Raccolta fotografica del Ministero dell’Istruzione”, di cui, nel 1899 viene redatto un regolamento per consultazione e prestito. Nel 1907, con l'avvio della pubblicazione del Bollettino d'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione, si ha un ulteriore sviluppo dell'Archivio, da cui proveniva o nel quale confluiva la maggior parte dell’apparato fotografico del periodico. Allo stesso modo, la nascita delle Soprintendenze territoriali, comporta l'accumulo di altro materiale fotografico relativo alle realtà locali e periferiche, così come il contributo consistente da parte del Gabinetto Fotografico Nazionale che alimentò costantemente il corpus fotografico dell'Archivio in tutta la sua esistenza. Nel 1922, con la costituzione dell’Istituto Italiano di Archeologia e Storia dell’Arte, parte dell'archivio viene convogliato nelle nuova istituzione, a formarne il nucleo di partenza della fototeca. I numerosi tentativi di gestire il materiale, ordinarlo, inventariarlo, renderlo fruibile e rintracciabile, si susseguono sempre in modo parziale e mai sistematico, rispetto alla totalità dell'archivio. Il 1973 vede la riunione in un solo istituto dell'Archivio, del Gabinetto fotografico nazionale e dell’Ufficio Catalogo, con affidamento direttivo a Oreste Ferrari, all'epoca Direttore dell’Ufficio Catalogo. In un documento firmato da Ferrari, si definisce la Fototeca Centrale come “precariamente ospitata in locali di pertinenza del Centro Internazionale del Restauro, nel S. Michele” e si richiede lo spostamento in una sede più congrua. Dopo l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e la nascita dell’ICCD i materiali furono definitivamente trasferiti nella sede attuale del Complesso di San Michele a Ripa Grande, Conservatorio delle zitelle, appositamente ristrutturato allo scopo. Il fondo MPI è stato oggetto di studio, finalizzato alla definizione di un progetto di catalogazione mirato, che tenesse conto della particolarità e della rilevanza quantitativa del fondo. Il progetto si è articolato in due fasi: tra il 2012 e il 2013 è stato realizzato uno studio di fattibilità (vedi "Fondo fotografico del Ministero della Pubblica Istruzione MPI. Progetto di catalogazione", a cura di Pierangelo Cavanna, 2013) accompagnato da una fase sperimentale di catalogazione condotta a campione. La fase esecutiva del progetto, partita a ottobre 2014 è ad oggi in via di completamento. La sezione relativa all'Italia è stata completata dalla A alla Z. Le ultime attività sul fondo hanno riguardato in particolare la descrizione delle fotografie relative a Roma, Città del Vaticano e Pompei, patrimonio fotografico imprescindibile relativo alla documentazione dei primi scavi archeologici e dei calchi umani e animali. Tuttora in corso è il progetto di riordino fisico e inventariazione della sezione Estero del fondo che sarà oggetto di digitalizzazione nel 2024-2025, grazie allo stream_5 del PNRR, progetto di digitalizzazione degli archivi fotografici.
  • ambiti e contenuto

    Fondo di documentazione del patrimonio storico artistico, archeologico, architettonico e, in misura minore, paesaggistico italiano - per la parte più consistente dei materiali - ed estero. Sono presenti materiali provenienti dalle singole Soprintendenze territoriali, connessi all'attività di censimento e catalogazione, a partire dalle emergenze architettoniche fino alle suppellettili ecclesiastiche contenute nelle chiese o agli arredi e oggetti di arte applicata. Cospicua è la documentazione relativa ai grandi musei, italiani e stranieri, così come agli scavi archeologici, reperti, collezioni e allestimenti museali. Interessante e corposo il materiale legato alle pubblicazioni di settore: in primis al Bollettino d'Arte, nel quale si rendeva conto di tutto quanto gravitava attorno al mondo della conservazione, dei monumenti e delle belle arti: fossero restauri, scoperte, acquisizioni, attribuzioni e così via. Questa parte del fondo, necessariamente trasversale a tutte le partizioni topografiche, riveste grande interesse, per ricostruire percorsi di corrispondenze tra attività scientifica e ministeriale. Da segnalare una grande quantità di immagini che documentano i danni di guerra e l'attivazione di protezioni antibelliche durante i conflitti mondiali, nonché quelle relative alle calamità naturali (terremoti, alluvioni). L'estrema parcellizzazione sul territorio della documentazione fotografica che costituisce il fondo, comporta la presenza di un'enorme quantità di autori fotografi più o meno noti, molti di questi legati ad ambiti locali.

  • consistenza200000 stampe fotografiche
  • criteri di ordinamentoL'ordinamento alfabetico topografico si ripete per ogni tipologia morfologica di materiali (fotografie sciolte, in cartelline sospese; fotografie su supporto secondario; grandi formati). L'ordinamento topografico segue un criterio gerarchico dal generale al particolare, partendo dall'unità minima di senso: il toponimo. All'interno di queste, l’attività di riordino fisico e storico-critico ha reso facilmente individuabili le unità archivistiche presenti nel fondo, al fine di comprenderne più chiaramente la struttura e le circostanze di incremento.
  • COLLOCAZIONEI fototipi sono disposti all'interno di archiviatori ubicati in parte nella sala T (Estero, Vaticano e grandi formati) e in parte nella sala C (Italia), al primo piano dell'ICCD. La collocazione fisica segue l'ordine topografico per comune dalla A alla Z. Le fotografie su supporto (cartonate) sono collocate in archiviatori metallici di colore grigio chiaro, separate all'interno da divisori che ne identificano le serie e i nuclei tematici; le fotografie sciolte sono collocate all'interno di archiviatori metallici di colore grigio scuro, disposte nelle cassettiere in cartelline sospese con il medesimo criterio delle fotografie su supporto con le quali vanno ad integrarsi; i grandi formati sono ubicati all'interno di cassettiere piane al centro della sala T, entro cartelle conservative a quattro falde, che separano e organizzano i materiali con lo stesso criterio logico evidenziato per le altre tipologie morfologiche (fotografie cartonate e sciolte).
  • modalità di acquisizioneproduzione propria - 1973
  • INVENTARIO ASSOCIATO