Antonio Ceccato è fotografo libero professionista attivo durante il ventennio fascista. Nato a Belluno e presto trasferitosi a Fano. Si laurea in Legge. Vive a Pesaro fino al 1948, dato che è confermato dal timbro lineare che appone sul retro delle sue stampe fotografiche "Fot. Dott. Cav. A. Ceccato - Ancona".
La professione di fotografo corre parallela all'impiego di ruolo dirigenziale presso l'Ispettorato Generale Poste e Telegrafi della Provincia di Ancona, dove Ceccato è attivo almeno sin dal 1914 e da cui va in pensione nel 1949.
Malgrado la scarsità di documentazione biografica Ceccato opera come fotografo soprattutto nelle regioni della costa adriatica, producendo un corpus di fotografie di monumenti ed opere ancora poco noto soprattutto in Puglia e nelle Marche (circa 4000 scatti): la produzione oggi conosciuta dedicata a queste due regioni supera di gran lunga quella delle altre regioni italiane che il fotografo attraversa con il fine, si suppone, di ampliare il proprio archivio con fotografie dei maggiori monumenti e collezioni d’arte e di produrre un atlante visivo rigoroso, ricco sopratutto di fotografie di architettura monumentale.
Alla fine degli anni ’30 del Novecento Ceccato lavora per la Regia Soprintendenza alle opere di Antichità e d'Arte della Puglia a organiche campagne di ricognizione sul patrimonio culturale mobile ed immobile della regione; l’attività di catalogazione è speditiva e rigorosa soprattutto durante la seconda metà degli anni ’30: tra il 1938 ed il 1939 le sue fotografie sono accluse alle schede di catalogo relative alla provincia di Lecce, redatte dietro la supervisione dell'Ispettore Mario d'Orsi e di quelle della provincia di Bari, redatte dietro la supervisione di Maria Luceri, ispettrice alla Soprintendenza ai Monumenti. In Puglia.
Qualche anno prima, tra il 1932 – 1937) il fotografo aveva lavorato sempre in Puglia ai fini della prima organica ricognizione fotografica sulle pitture e gli ambienti delle cripte ipogee di epoca bizantina diretta da Alba Medea su committenza della Società della Magna Grecia, i cui risultati sono editi in 'Gli affreschi delle Cripte eremitiche pugliesi' (1939): il secondo volume del corpus è illustrato dalle fotografie di Ceccato. (https://www.lazio900.it/oggetti/14715-gli-affreschi-delle-cripte-eremitiche-pugliesi/).
Nel 1949, dopo aver in parte venduto il suo archivio negativi alla DGAABB, Ceccato risiede a Pisa.