Le sculture di Donatello nelle fotografie di Gino Malenotti
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Il Fondo della Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione (Fondo MPI), custodito nell'Archivio fotografico dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, conserva memoria della campagna fotografica dedicata all’Opera di Donato di Betto Bardi, noto ai più come Donatello (1386-1466), commissionata dallo studioso ungherese Jenö Lànyi alla ditta Brogi, che all'occasione si avvalse del suo operatore più esperto: il fotografo Gino Malenotti. Dinanzi all’obbiettivo del fotografo la materia scultorea diviene quasi palpabile; sia essa marmo, bronzo o legno, il nuovo medium la consacra definitivamente alla modernità. La scelta del fotografo non è casuale, Gino Malenotti era noto ed apprezzato in tutta Italia per le sue riproduzioni di sculture nelle quali sapeva rendere abilmente la plasticità dell’opera ritratta. Stando alla testimonianza del suo assistente Giancarlo Kaiser, dopo la morte di Carlo Brogi (1925) Malenotti divenne “la vera anima fotografica e artistica della ditta”, a lui venivano riservate le campagne più impegnative che dovevano rispondere alle richieste precise e dettagliate degli storici dell’arte-committenti. Le sculture sono riprese da ogni angolazione, per intero (da fronte, da tergo, di tre quarti, di profilo) e mediante un'enorme quantità di dettagli (volti, mani, piedi, panneggi, basamenti ecc.), con l'intento di restituire una vera e propria campionatura di ogni singolo pezzo. Un'operazione di assoluto valore ai fini documentari e di ausilio allo studio.
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