E’ una tecnica che produce una stampa ai pigmenti ottenuta però attraverso un procedimento di tipo fotomeccanico. Woodbury, che brevettò il suo procedimento nel 1864, preparava una lastra di vetro, con uno strato di collodio, su cui poi versava una soluzione di gelatina sensibilizzata con bicromato di potassio; una volta essiccata la pellicola con il doppio colloide, la staccava dal supporto e la esponeva con il collodio a contatto con un negativo. L’indurimento, al contrario delle stampe al carbone, cominciava dal basso e, dopo il lavaggio con acqua calda, rimaneva una immagine in rilievo di gelatina indurita con uno spessore corrispondente ai toni dell’originale. Successivamente, schiacciando all’interno di una pressa idraulica la gelatina in rilievo a contatto con una lastra di piombo, si creava una matrice ad intaglio. Nel calco così creato veniva poi versata una soluzione calda di gelatina pigmentata che, tramite il passaggio al torchio, veniva trasferita su di un foglio di carta abbastanza sottile creando una copia della stampa originale. Queste stampe, che in Francia portano la dicitura fotoglyptie, erano spesso usate per illustrare edizioni pregiate incollate direttamente alle pagine del libro.

Le fotografie con tecnica woodburytipia