Una tecnica che ebbe grande successo in ambito pittorialista da una parte e nella ritrattistica dall’altra fu la platinotipia. Il procedimento fu brevettato nel 1873 da William Willis basandosi sugli studi sul platino fatti negli anni ’30 da Herschel e ripresi una decina di anni dopo da Robert Hunt. Lo stesso Willis fondò la “Platinotype Company”, una della industrie più famose per la produzione di carte al platino. Tuttavia si ponevano grandi difficoltà di conservazione delle carte: una volta aperta la confezione i fogli dovevano necessariamente essere utilizzati entro pochi giorni. Questo portò molti fotografi ad occuparsi personalmente della preparazione, basandosi sul lavoro di Giuseppe Pizzighelli e del Barone Arthur von Hübl pubblicato nel 1883 sul The Photographic Journal. Il foglio di carta veniva sensibilizzato con una soluzione contenente sali ferrici e cloruro doppio di platino e potassio. Dopo l’esposizione avveniva uno sviluppo diverso da quelli classici dei procedimenti argentici, utilizzando una soluzione calda di ossalato di potassio. In tal modo si formava l’immagine di platino metallico grazie alla “riduzione” che il sale ferroso operava sul cloruro di platino. I sali residui venivano eliminati con una soluzione diluita di acido cloridrico a cui seguiva il lavaggio finale. Era anche praticata una versione ad annerimento diretto della tecnica, quindi senza sviluppo. Il colore classico delle stampe al platino è rappresentato da tonalità nere neutre molto ricche e leggermente fredde. Tonalità più calde o ancora più fredde potevano essere ottenute con differenti preparazioni delle carte o degli sviluppi, applicati anche localmente con dei piccoli pennelli per dare sulla stessa stampa differenti tonalità di grigio, e soprattutto con i viraggi. Questi potevano essere il viraggio all’oro, che dava tonalità violette, o quello all’uranio con tonalità che variavano dal verde al rosso. In pratica si trovano stampe al platino di colori anche molto diversi: dal seppia al nero-violetto, dal grigio neutro più caldo o più freddo fino al grigio con intonazioni rosse o verdi. Dopo la Prima Guerra Mondiale l’aumento del costo del platino portò alla sostituzione di questo con il palladio, elemento dalle caratteristiche chimico-fisiche analoghe. Si trovano anche stampe con entrambe gli elementi.

Le fotografie con tecnica platinotipo