I negativi Ceccato documentano edifici monumentali e opere d'arte pittoriche conservate sull'intero territorio italiano, con predilezione per le regioni che si affacciano sulla costa del Mar Adriatico tra cui un posto preminente hanno le Marche e la Puglia (documentate rispettivamente da 359 e 162 scatti) tracciando un itinerario adriatico che Ceccato segue negli anni '30 del Novecento (qualche scatto è eseguito sulla costa croata). Il fotografo documenta edifici ed opere d'arte collocati nelle città della Lombardia, Lazio (compresa Roma), Emilia Romagna, Calabria, Toscana, Umbria, Veneto, Piemonte, Campania, San Marino, prediligendo l'architettura: ne documenta le strutture portanti in un progressivo movimento che dall'esterno arriva a cogliere gli elementi strutturali e decorativi dell'interno. Abile nel restituire complessi urbanistici e monumentali e superfici pittoriche bidimensionali, Ceccato opera con costanza nel III decennio del Novecento, probabilmente sempre su committenza pubblica.
Il fondo fotografico Ceccato conta 1151 negative su vetro e su pellicola in dimensione 18x24 cm., eseguite durante il III decennio del Novecento, dato desumibile da documentazione amministrativa e da alcuni scatti capaci di datare ad annum le fotografie: è questo il caso dei due scatti che riproducono la superfetazione effimera in gesso posta alla sommità dell'Arco di Fano, realizzata tra il 1933 ed il 1936 (GFN E30845). Al termine della sua attività e prossimo alla pensione Ceccato decide di vendere l'archivio da lui prodotto alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti che lo acquisisce nel 1949 e da questa e lo consegna al Gabinetto Fotografico Nazionale. Inventariato e descritto entro il 1952 con un codice alfanumerico e sommariamente descritto nel registro di scarico dei negativi n. E6; i negativi sono inventariati tra i numeri E030108 - E031271. Gli elenchi di concordanza tra la numerazione originale data dal fotografo alle lastre fotografiche cedute e quella conferita dal GF lasciano ipotizzare che la consistenza dell'archivio Ceccato si aggirasse attorno alle 4000 unità (le lastre attualmente del GFN corrispondono ai numeri di inventario di Ceccato nn. 2334 - 3479).
Il GFN procede anche con la stampa di due o più copie di ciascun negativo acquisito, rivolgendosi a stampatori esterni tra cui Oscar Savio. Le stampe coeve agli scatti, presumibilmente stampate da Ceccato o dietro la sua diretta supervisione durante le riprese, assieme a quelle stampate su commissione del GFN sono conservate nei due archivi fotografici principali del GFN: quello di produzione interna e quello di acquisizione (fondo fotografico MPI) costituendo il più esaustivo nucleo della produzione fotografica di Antonio Ceccato. In entrambi i casi le stampe positive sono ordinate nelle partizioni topografiche in cui è organizzata sia la Fototeca del GFN sia l'archivio fotografico della ex Direzione Generale Antichità e Belle Arti/fondo fotografico del Ministero della Pubblica Istruzione: ed è in questo archivio che sono confluite numerose stampe coeve agli scatti sul cui retro compare il timbro lineare "Fot. Dott. Cav. A. Ceccato - Ancona". Un secondo timbro lineare con il solo cognome 'Ceccato' si trova sul retro delle stampe originariamente allegate alle schede di catalogo inviate dalle Soprintendenze regionali al Catalogo (dal 1969 Ufficio Centrale del Catalogo), da cui vengono estratte per essere immesse nell'archivio fotografico. La quantità e qualità delle immagini sia negative che positive consentono di restituire tridimensionalità ad un fotografo dimenticato ma molto apprezzato da studiosi e funzionari i quali, nel III decennio del Novecento, gli commissionano organiche campagne fotografiche sul patrimonio culturale italiano, sopratutto delle regioni lungo la costa adriatica