Pensionato Artistico Nazionale
- DATA ACQUISIZIONE1973
- SOGGETTO PRODUTTOREPensionato Artistico Nazionale
Dell'Otti, AlessandroDubray, LuigiArena, GiacomoAllais, SecondoDalla Neve, GuglielmoOrlandini & FigliValentini e Passerini - CRONOLOGIA1891 - 1941
- storia istituzionale/amministrativa, nota biograficaIl Pensionato Artistico Nazionale in Roma fu istituito con R .D. 2 luglio 1891 per volere del Ministro della Pubblica Istruzione, Pasquale Villari, con sede in via Ripetta, nell'edificio che dal 1873 accoglieva l’Istituto di Belle Arti. L'organizzazione interna dell'istituzione era saldamente controllata dalla Giunta Superiore di Belle Arti, composta da artisti famosi, che fungevano da commissione giudicatrice per i concorsi di opere pubbliche. La Giunta diede vita al Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti, guidato dal Direttore dell'Istituto di Belle Arti di Roma, e incaricato di formulare i temi da estrarre in sede di concorso, di valutare gli elaborati prodotti e di esercitare un controllo periodico sul profitto dei pensionanti. Le pensioni erano quadriennali e il regolamento interno prevedeva per i giovani artisti viaggi di istruzione in Italia, nel corso del primo biennio, e all'estero nella terza annualità, realizzando al termine un saggio e una relazione del lavoro svolto durante l'esperienza di viaggio. Il Pensionato si configurò da subito come un istituto di perfezionamento, in cui potevano formarsi artisti già preparati, visto il limite di età per la partecipazione, che da 26 anni fu portato progressivamente fino a 32, in modo da offrire opportunità anche ai candidati esclusi di ripresentarsi. I quattro anni di formazione potevano essere una buona base per l'inserimento successivo - soprattutto per gli architetti - negli uffici regionali per la conservazione dei monumenti istituiti proprio nel 1891 o per incarichi relativi a opere pubbliche. Nel giugno 1909 il regolamento del Pensionato Artistico Nazionale venne modificato apportando alcune variazioni significative. In primo luogo l'aggiunta di una borsa di studio per la decorazione, da affiancarsi alle discipline classiche (pittura, scultura e architettura), poi il dimezzamento dei tempi di permanenza presso l'istituto da quattro a due anni. Nel dicembre del 1919 venne finalmente assegnata una nuova sede al Pensionato Artistico Nazionale, dopo una prima collocazione, giudicata indecorosa dai contemporanei, presso l’Istituto di Belle Arti di Via Ripetta. L'istituto si trasferì l'anno seguente presso palazzo Caffarelli al Campidoglio, dove aveva avuto sede l’Istituto Germanico, divenuto dopo la guerra di proprietà demaniale. Col tempo però il Pensionato Artistico diventò un'istituzione inadeguata e non allineata ai cambiamenti della società. Criticato dai contemporanei e depositario di una cultura ormai accademica, cercò il rinnovamento attraverso modifiche del regolamento, ma senza effettivi cambiamenti radicali. L'ultimo concorso ebbe luogo nel 1937 e nel 1941 la richiesta dei locali da parte dal Governatorato di Roma sancì la chiusura definitiva dell'Istituto (Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ministero della Pubblica Istruzione, Fascicoli relativi al pensionato Artistico Nazionale).
- storia archivisticaIl fondo è costituito da riproduzioni di opere estemporanee realizzate da allievi di Accademie o Istituti di Belle Arti per l’ammissione al concorso che avrebbe garantito un soggiorno di quattro anni presso il Pensionato Artistico Nazionale con sede a Roma. Le prove di ammissione -relative alle tre discipline di studio: pittura, scultura e architettura- si svolgevano in alcuni istituti periferici, in particolare: Bologna, Carrara, Firenze, Lucca, Modena, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Torino e Venezia, oltre che presso l' Istituto di Belle Arti di Roma. Gli allievi producevano un primo elaborato per accedere alla vera e propria prova di concorso: un nudo per scultori e pittori e una prova di composizione per gli architetti. Queste venivano giudicate in sede dai direttori d’istituto e solo attraverso il superamento di questa prima fase gli studenti potevano partecipare al successivo bando per il Pensionato. Il concorso si svolgeva con una prova estemporanea e definitiva in cui i partecipanti avevano dieci ore di tempo per presentare un bozzetto sul tema deciso dal Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti. Il bando di concorso cita espressamente che “dei bozzetti ex tempore deve farsi la mattina successiva alla prova una nitida fotografia e nel giorno stesso dovranno essere mandate le negative al Ministero”. I concorrenti avevano poi a disposizione quaranta giorni ininterrotti, con orario dalle otto alle sedici, per lo sviluppo del bozzetto e la realizzazione effettiva dell'opera. La necessità di fotografare immediatamente gli elaborati allo stadio progettuale, come garanzia di fedele documentazione, e di inviarne copia al Ministero spiega la presenza di questo gruppo di materiali all'interno del fondo MPI, benché provenienti probabilmente da un diverso ufficio della stessa Direzione, ovvero quella Divisione per l'Arte Moderna che gestiva anche l'istruzione accademica artistica e musicale. La documentazione dei bozzetti prodotti si accumula nel corso del tempo dando vita a un sub fondo facilmente individuabile per caratteristiche morfologiche e iconografiche. La maggior parte degli elaborati si riferisce ai concorsi che vanno dal 1896 al 1901, e coprono quindi un arco cronologico molto ristretto, con qualche eccezione successiva (1910). Stampe delle prove estemporanee sono conservate anche presso l'Archivio centrale dello Stato di Roma. Il materiale relativo al Pensionato Artistico romano è rientrato parzialmente all'interno del progetto di sperimentazione catalografica sul fondo MPI. Nel 2013 sono state realizzate 13 schede di catalogo di livello P-precatalogo (previa inventariazione dei singoli pezzi), accorpando i positivi in aggregati per insiemi tematici o legati alla provenienza topografica, per un totale di 105 positivi schedati (da NCTN 01251036 a NCTN 01251048).
- ambiti e contenuto
L'insieme è costituito in massima parte da elaborati prodotti per il concorso. Oltre alle prove di ammissione, alcune carpette contengono semplicemente esercitazioni accademiche di allievi, legate a un particolare anno di corso o a specifici docenti (es. Seravezza – Lucca; Carrara). Un altro gruppo di stampe alla gelatina (alcune datate 1930- 31) incollate su cartoncino marrone sembra provenire da un album smembrato: il supporto è stato ritagliato su due lati, a volte eliminando anche la parte iniziale del nome dell’allievo che ha prodotto l’ elaborato, altre volte rendendo mutile le stesse stampe. Un gruppo di positivi è particolarmente interessante perché documenta gli interni di quella che si presume essere la sede del Pensionato, con didascalie precise per i vari ambienti. Vista la datazione presente su alcuni esemplari di questa serie e l’analisi tecnico formale dei fototipi, si ipotizza che si tratti della seconda sede dell’Istituto, nei locali di Palazzo Caffarelli, dopo il trasferimento del 1920. I concorsi maggiormente documentati sono quelli del 1896 (tema per la pittura: Pigmalione, tema per la scultura: Orazio che trafigge la sorella, tema per l'architettura: Edificio in stile italiano), 1898-1899 (tema per la pittura: Il giuramento di Pontida, tema per la scultura: bassorilievo da verso dantesco dell'Inferno, tema per l'architettura: Grande chiesa cattedrale di stile ogivale italiano), 1900-1901 (tema per la pittura: Atti degli Apostoli. Credi tu Agrippa ai profeti ?, tema per la scultura: Le Marie al sepolcro di Cristo, tema per l'architettura: progetto per il palazzo della prefettura). Quantitativamente hanno la prevalenza gli elaborati relativi a pittura e scultura e solo nell'ultima e recente ricognizione sono stati rinvenuti progetti di ambito architettonico.
- consistenzapositivi
- criteri di ordinamentoAlfabetico per autore; topografico.
- COLLOCAZIONESala T
- modalità di acquisizioneproduzione propria - 1973