Direzione Carlo Bertelli
1964 - 1973
- SOGGETTO PRODUTTOREGabinetto Fotografico Nazionale
- CRONOLOGIA1964 - 1973
- storia istituzionale/amministrativa, nota biograficaCon Carlo Bertelli l’attività del GFN cambia fisionomia. Il progetto è farne un polo culturale sulla storia della fotografia e un ente coordinatore per allestimenti di gabinetti fotografici periferici di cui dotare ogni Soprintendenza. La modernizzazione del laboratorio e l’acquisizione di nuove attrezzature consente un ampliamento delle campagne fotografiche sul territorio da nord a sud (Aquileia, Liguria, Trentino Alto Adige, Venezia, Basilicata, Calabria, Puglia). Le missioni seguono una progettualità volta a colmare lacune: ad esempio la Mostra dell'artigianato sacro presso l’Abbazia di Casamari nel 1966 diventa occasione per completare la documentazione fotografica dei tesori d'arte sacra della provincia di Frosinone, così come la Mostra delle Icone di Puglia del 1969 favorisce la campagna fotografica a Bari e la pianificazione della documentazione degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina. In questo ritmo serrato di missioni sul territorio trovano spazio testimonianze di eventi straordinari che interessano il patrimonio (ad esempio le 1400 fotografie eseguite nelle zone colpite dal terremoto di Tuscania nel 1971 e prima ancora nel Belice). Accanto alle normali attività, seguite anche in prima persona sui luoghi di ripresa con una particolare vicinanza verso i suoi operatori, Bertelli incentra il suo interesse verso le nuove acquisizioni, a partire dalla cessione in deposito a tempo illimitato da parte dell’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte (febbraio 1966) di negativi del fondo Monneret, impegnandosi a fornire copia positiva di ogni lastra all’ente proprietario, integrando la fototeca del GFN e provvedendo ad eventuali richieste di studiosi. La sua cultura e la conoscenza del patrimonio lo inducono a una selezione ragionata dei fondi da acquisire (ed esempio il Fondo Pozzi Bellini con le porte del Battistero di Firenze durante il restauro Bearzi, o le formelle del campanile di Giotto prima dei danni dovuti all’inquinamento), la consuetudine con altri storici dell’arte e funzionari lo sollecita all’ampliamento delle raccolte che possano integrare il cospicuo patrimonio prodotto internamente e facilitare le ricerche degli utenti (cito le lastre Bencini, il donativo Toesca, il fondo Del Priore, il suggerimento di Federico Zeri sulle lastre Raffelli Armoni Moretti). Si prodiga per cercare di recuperare il fondo del senese Paolo Lombardi, consapevole dell’incuria in cui si trova presso l’Istituto Luce; quasi annualmente tenta di sensibilizzare il Ministero sull’urgenza di questo salvataggio, proponendo anche uno scambio con materiale cinematografico del GFN, senza però alcun esito positivo. Bertelli continua ad essere profondamente legato alla missione del GFN, ovvero la documentazione delle opere d'arte, dei monumenti, del paesaggio, e si dichiara perplesso nell'affrontare il tema della storia della fotografia svincolandolo da questo obiettivo primario: la riflessione sulla possibilità di estendere il campo di ricerca deriva dalla proposta di acquisizione dell’archivio Nunes Vais, del tutto estraneo per tipologia di soggetto alle categorie costitutive proprie del GFN, e in seguito acquistato in due diverse fasi. Modificando l’approccio settoriale e ampliando il raggio di interesse a fondi svincolati dal patrimonio artistico, nel 1970 egli accoglie altri archivi difformi rispetto alle tematiche privilegiate dal Gabinetto Fotografico: lo sguardo amatoriale del principe Francesco Chigi e quello professionale e commerciale di Luciano Morpurgo o l’archivio di Girolamo Bombelli, collaboratore della casa editrice Alfieri e Lacroix, che offre una panoramica sul settore privato di collezionisti, case d’asta e gallerie d’arte, ma apre anche una finestra sulla fotografia industriale. L’estrema modernità di Bertelli lo porta in tempi assai precoci ad immaginare la realizzazione di un centro di documentazione storica dell’attività fotografica, consapevole della mancanza nel nostro paese di una struttura che consenta lo studio e la conoscenza della fotografia. Con grande anticipo nel 1971 suggerisce già un progetto di censimento delle raccolte fotografiche esistenti in Italia e propone la creazione di un Repertorio delle collezioni fotografiche italiane. In un articolo scritto per “Popular Photography” delinea la sua visione di un servizio fotografico nazionale legato ad antichità e belle arti con il potenziamento e l’autonomia dei Gabinetti fotografici delle Soprintendenze territoriali e la creazione di grandi fototeche interregionali, dove si costituiscano raccolte organiche accessibili a tutti. Dal primo giugno 1973 Bertelli prenderà servizio presso la Calcografia Nazionale e “per recenti disposizioni ministeriali” sarà sostituito da Oreste Ferrari, storico dell’arte già dirigente dell'Ufficio Centrale del Catalogo. Ferrari gestirà gli ultimi due anni di attività autonoma del GFN, convogliandolo verso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di cui sarà direttore fino al 1990, anno delle sue dimissioni.
- consistenzanegativi
- modalità di acquisizioneproduzione propria