Tuminello

1855 - 1906
  • DATA ACQUISIZIONE1906
  • SOGGETTO PRODUTTORETuminello, Lodovico
  • CRONOLOGIA1855 - 1906
  • storia istituzionale/amministrativa, nota biograficaNato a Roma il 17 giugno del 1824, da una famiglia proveniente da Palermo e residente in via Tomacelli 124, Lodovico Tuminello probabilmente si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Quaranta frequentando gli ambienti del Circolo Romano del Caffé Greco, ma è a Torino, dove arriva da esule nel 1849 dopo aver preso parte alla Repubblica Romana, che avvia la sua attività di fotografo aprendo uno studio in via San Lazzaro 14. Al periodo torinese risalgono ritratti e vedute della città realizzati in calotipia e collodio. Nel 1855 partecipa, meritando una medaglia di bronzo, all’Esposizione di Torino; dieci anni dopo è all’Esposizione Universale di Dublino, insieme al fotografo torinese Chiapella. Nel 1869 rientra a Roma e apre uno studio fotografico con sede prima in via Borgognona 22 e successivamente in via Condotti 21. Il 20 settembre del 1870 è a Porta Pia per fotografare i luoghi della battaglia e gli accampamenti nei dintorni di Roma. Nello stesso anno riceve una medaglia di bronzo all’Esposizione di Firenze e tre anni dopo è presente all’Esposizione di Vienna in società con il fotografo Angiolini; nel 1878 riceve una medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi. Nel 1875 prende parte, come fotografo ufficiale, alla Spedizione in Tunisia della Società Geografica Italiana, guidata dal marchese Orazio Antinori: realizza una serie di 45 immagini che nel 1881 verranno esposte e premiate con una medaglia di seconda classe a Venezia, alla Mostra Geografica Internazionale organizzata in occasione del Terzo Congresso Geografico Internazionale. Probabilmente tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta entra in possesso di alcuni calotipi di Giacomo Caneva che successivamente inserisce nel proprio catalogo e continua a stampare con il proprio nome. Contemporaneamente realizza campagne fotografiche su siti archeologici, documentando gli scavi in esecuzione e le trasformazioni della città divenuta capitale. Nel 1884 a Torino riceve una menzione d’ onore per le fotografie esposte nella sezione architettura del Padiglione della città di Roma. Nel 1890 è premiato con una medaglia di bronzo all’Esposizione delle Arti e dell’Industria di Roma. Nel 1892 fa parte della giuria del primo concorso fotografico indetto dall’Associazione degli Amatori di Fotografia in Roma; nel 1899 partecipa all’Esposizione Fotografica di Firenze esponendo ritratti, riproduzioni ornamentali e prove di antichi processi fotografici. Nel 1903 mette all’asta il materiale del suo studio, e nel 1906, parte del suo archivio di negativi (che comprende anche alcune riproduzioni della serie Parker) viene acquisito dal Gabinetto Fotografico. Muore a Roma il 7 luglio del 1907.
  • storia archivisticaIl Fondo Tuminello è il primo fondo di fotografia acquisito dal Gabinetto Fotografico nel 1906, come documenta una lettera in cui si richiede l'elenco dei negativi e finalizzare l'acquisto per 'mille lire'. Il fondo è costituito da 602 negativi di vario formato (da 10x13 cm ca. a 22x35 cm ca.), conservati in 15 scatole numerate progressivamente da 1 a 15. Nel dettaglio si tratta di 572 calotipi: 298 negativi su carta realizzati con diverse varianti del procedimento calotipico e con carte di vario spessore; 294 negativi all'albumina su carta cerata. Completano l'insieme 30 negativi su pellicola. Il fondo, più volte menzionato in occasione di mostre e pubblicazioni (C. Cecchelli, in Viatico della Roma che fu, 1927; S. Negro, in “Mostra della fotografia a Roma 1840-1915”,1953; S. Negro, “Album Romano”, 1956; S. Negro, “Nuovo Album Romano”, a cura di C. Pietrangeli, 1964), fu riordinato e studiato solo a partire dal 1968, per volontà dell’allora direttore del GFN Carlo Bertelli che ne affidò lo studio a Lina Fiore Boerio, la quale fornì notizie di prima mano sul fotografo, senza però mettere in dubbio l'autorialità delle immagini. Solo più tardi, il nuovo direttore del GFN, Oreste Ferrari, ripropose lo studio dei fondi storici e in particolare del Fondo Tuminello affidandolo prima ad Anna Grelle e poi a Piero Becchetti. Fu Piero Becchetti che, anche alla luce dei progressi fatti negli studi sulla fotografia, concluse che in realtà non si trattava di un nucleo riconducibile ad un unico fotografo, ma di un fondo costituito da tre nuclei di negativi eseguiti da e sotto la direzione di tre autori (Giacomo Caneva, Lodovico Tuminello e John Parker per il quale lavora una pletora di fotografi) e da un piccolo gruppo di negativi non ancora attribuiti. Già nel 1983, Piero Becchetti, in occasione delle pubblicazione de “La fotografia a Roma dalle origini al 1915” aveva attribuito la parte più antica del fondo a Giacomo Caneva, una paternità che confermò insieme all’individuazione delle altre autorialità, nel 1994, quando a conclusione della lunga attività di riordino, studio, restauro e archiviazione l’intero fondo fu presentato al pubblico in occasione della mostra promossa dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione “L’immagine di Roma 1848-1895. La città, l’archeologia, il medioevo” (con relativo catalogo a stampa). L’intero fondo è inventariato, ordinato in base alle autorialità, restaurato, digitalizzato, e schedato (scheda FF). I negativi sono raccolti in contenitori progettati per garantire un sistema di archiviazione compatibile con le caratteristiche di queste opere particolarmente delicate. Sono stati ideati passe-partout con doppia finestra che permettono di visionare i negativi in trasparenza senza doverli rimuovere dalle custodie evitando in questo modo una manipolazione diretta degli originali. I passe-partout sono inseriti in singole cartelline conservate in scatole telate a conchiglia costruite su misura. Tutti i materiali sono conservati nei magazzini climatizzati del GFN Archivio fotografico.
  • ambiti e contenuto

    Il fondo denominato Tuminello è costituito da calotipi eseguiti da più autori nel corso della seconda metà del XIX secolo, acquisiti e/o riprodotti dal fotografo per implementare l'offerta fotografica della sua impresa. La partizione più antica delle negative di proprietà Tuminello conta 131 negativi su carta, realizzati con le diverse varianti del procedimento calotipico tra il 1848 e il 1859 dal pioniere della tecnica calotipica Giacomo Caneva. Sebbene senza citare le fonti Becchetti propose di collocare tra il 1882 ed il 1883 l'acquisto dei negativi (circa 700) da parte di Tuminello, che li pose nel suo archivio apponendovi la  fascettatura autoriale e numerandoli secondo la numerazione del suo archivio suo archivio (tra i numeri 880 e 1562 ca), di fatto appropriandosi del lavoro del più anziano collega. Soggetto principale  è la città di Roma, raffigurata in vedute urbanistico e monumentali di grande suggestione e valore storico sopratutto per lo studio dello stato di conservazione dei monumenti e per la conformazione urgbanistica della Roma di metà XIX secolo; la serie dei panorami ripresa da Monte Mario fissa la città in uno stadio precedente all'urbanizzazine post unitaria. Un valore di documentazione unica lo rivestono le negative dedicate a fissare edifici e siti scomparsi, tra cui  Villa Campana al Celio, la Chiesa di Santa Maria Liberatrice al Foro Romano (demolita tra il 1901-1902), Torre Sant’Angelo e la Torre di Porcellana di Pechino, dove Canova si era recato nel 1859, che si annovera tra le sue ultime fotografie note. Anche alla costruzione sono dedicate riprese tra cui quella del castello ligneo eretto in piazza di Spagna (1857) per la costruzione della colonna dell’Immacolata Concezione. Vi si trovano ancora vedute delle sale  Due serie documentano le collezioni di scultura del Museo di Palazzo Nuovo sul colle capitolino e del Pio Clementino in Vaticano, mentre altre sono dedicate a Tivoli ed alle sue ville (Villa D’Este), ad  Ostia Antica, alla pineta di Castel Fusano e al Forte Michelangelo di Civitavecchia (la più antica veduta del porto della città). E' presente anche qualche ritratto. Le negative sono inventariate con i numeri FT1-FT131

    Una seconda partizione del fondo Tuminello consiste di 134 negativi (109 calotipi e 25 pellicole di gelatina) realizzati da Tuminello tra il 1875 e il 1895. Il soggetto principale è delle riprese è la città di Roma in via di progressiva trasformazione. Il fotografo documenta gli scavi al Foro, al Colosseo, al Palatino, alle Terme di Caracalla e la costruzione dei nuovi ponti come la passerella in ferro costruita per congiungere il centro con i Prati di Castello che segnò la fine inesorabile del Porto di Ripetta.Alcune fotografie riprendono la facies di monumenti prima del loro restauro, tra cui il Pantheon con i campanili del Bernini, demoliti nel 1883 e la Chiesa Anglicana demolita per consentire l’ampliamento di Piazza San Silvestro. Anche Tuminello fotografa le collezioni dei musei, consegnandoci qualche scatto di opere scultoree, e le decorazioni di Palazzi romani tra cui Palazzo Corsini alla Lungara di Roma prima della sua cessione allo Stato. Poche le immagini che attestano della sua attività in Piemonte e in Tunisia.Le negative sono inventariate con i numeri FT132-FT269

    La terza partizione conta  279 negativi all’albumina su carta cerata commissionati dall’archeologo anglosassone John Henry Parker dal 1867 in poi. L'archivio Parker ricco di centinaia di scatti e finalizzato al censimento di opere 'minori' presenti in monumenti e siti archeologici romani in un ampio lasso temporale che dall'antichità arriva al tardo medioevo, prese fuoco nell’incendio che devastò Palazzo Negroni Caffarelli in cui era conservato (1893). Tuminello fotografò alcune stampe positive dell'archivio Parker e ne  ottenne dei nuovi negativi o controtipi. I fotografi selezionati da Parker contano Charles Smeaton,  Carlo Baldassarre Simelli, Francesco Sidoli, Filippo Spina, Giovan Battista Colamedici, Filippo Lais, Antonio De Bonis e altri operatori attivi sul territorio romano ancora ignoti. Le negative sono inventariate con i numeri FT270-FT544

    Una quarta partizione conta 58 negativi, di cui 43 su carta di tono nerastro e 15 albumine cerate; queste ultime sono probabilmente anch'esse dell'archivio Parker come sembra indicare l’omogeneità della tecnica e la tipologia dei soggetti. Le negative sono inventariate con i numeri FT545-FT602

  • consistenza602 negativi
  • criteri di ordinamentoIl fondo è suddiviso in quattro partizioni, rispondenti agli autori delle fotografie
  • COLLOCAZIONEDepositi positivi
  • modalità di acquisizioneacquisto - 1906
  • INVENTARIO ASSOCIATO