Gabinetto Fotografico Nazionale
- CRONOLOGIA1895-
- storia istituzionale/amministrativa, nota biograficaPer ’Archivio GFN’ si intende il consistente fondo costituito unicamente dalla produzione degli operatori fotografi del Gabinetto Fotografico Nazionale a partire dalla sua nascita, ad opera di Giovanni Gargiolli nel 1895, all’attuale laboratorio fotografico dell’ICCD. Dal 1975, con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali, nasce l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione che unisce in un unico ente il GFN con l’Ufficio catalogo e l’Archivio fotografico della Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione.
- storia archivisticaL’archivio, in costante incremento, si è conservato integro nonostante i vari passaggi istituzionali e gli spostamenti di sede che hanno coinvolto l’istituzione nei suoi 120 anni di vita. E’ composto da 220.000 negativi, in bianco e nero, e dai positivi, storici e moderni, corrispondenti a buona parte dei negativi. A questi va aggiunta la produzione di ca. 35.000 fotocolor – a partire dal 1954 - costituita dalle diapositive e dai negativi colore, di diversi formati (dalle pellicole 18x24 ai 35 mm). L'insieme dei fototipi rappresenta il frutto delle campagne fotografiche dedicate al patrimonio culturale italiano, la documentazione abbraccia quindi il territorio in tutte le sue regioni e, pur non potendo esaurire le infinite ricchezze dell’Italia, rimane un fondamentale tesoro di immagini del patrimonio nazionale. I positivi presenti sono tutti stampe alla gelatina ai sali d’argento (prevalentemente del formato 18x24). I negativi anch'essi alla gelatina ai sali d’argento, a partire dai più antichi fino ai più recenti, sono inizialmente su lastre di vetro e successivamente su pellicola; i formati variano dal 40x50 cm (usato fino al 1907) al moderno 35 mm. I negativi, collocati in un apposito deposito, sono ordinati per formato e in successione cronologica. Seguendo gli scopi tradizionali delle fototeche, i positivi sono stati fissati su cartoni, collocati in cassettiere e messi a disposizione per la fruizione pubblica nella Fototeca ordinata topograficamente in ordine alfabetico. L’Istituto è attivo nell’opera di recupero e valorizzazione delle stampe storiche del GFN, facendole riemergere dall’unica finalità di oggetti per la consultazione. L’attività di ripresa del Laboratorio fotografico, a partire dall’inizio degli anni Duemila , ha sostituito progressivamente la tecnologia digitale a quella analogica. Attualmente i file ammontano 23.000 immagini. Parallelamente vengono scansionati i negativi, su vetro o pellicola, precedentemente prodotti dal GFN.
- ambiti e contenuto
Ebbe sede a Roma in via in Miranda «in un vecchio convento a ridosso della Basilica dei SS. Cosma e Damiano»[1] e nacque per la riproduzione dei monumenti e delle opere d'arte con la moderna tecnica fotografica. A tal fine fu chiamato ad organizzarlo e dirigerlo colui che ne era stato convinto ideatore, l'ingegner Giovanni Gargiolli, in precedenza attivo alla Calcografia.Rispetto alle grandi case fotografiche dell'epoca (Alinari, Brogi, Anderson), «il nuovo ufficio poteva lavorare con assoluto disinteresse. (…) L'altro vantaggio era quello di essere dentro l'amministrazione stessa delle belle arti, cioè dentro il lavoro di inventario e catalogazione che era allora agli inizi».[2]Il GFN aveva inoltre anche funzioni commerciali, vale a dire «la vendita del materiale fotografico di propria edizione: Gargiolli compì in quegli anni un notevole sforzo per inserire il GFN nel ristretto novero delle grandi case produttrici di immagini artistiche».[3]Tale sforzo fu coronato da successo: una recente indagine compiuta su un campione di oltre 235.000 foto pubblicate sulle maggiori opere editoriali del Novecento colloca il GFN al quinto posto tra i maggiori fornitori di illustrazioni di libri d'arte, architettura, archeologia, geografia.[4]Le fotografie del GFN, secondo l'impostazione data dal suo fondatore e primo direttore, non venivano mai ritoccate a differenza di quelle della concorrenza, ciò che le rendeva particolarmente adatte all'opera di catalogazione delle opere d'arte, iniziatasi in quegli anni con esiti altalenanti, incompleti, talvolta contraddittori.Col passare degli anni e l'avvicendarsi di vari direttori (tra cui personaggi quali Carlo Bertelli e Oreste Ferrari), il GFN venne assumendo anche il ruolo di acquisizione di importanti collezioni fotografiche, sottraendole così alla dispersione. È il caso, ad esempio, delle fotografie di Ignazio Cugnoni, Giacomo Pozzi-Bellini, Enrico Valenziani, Francesco Chigi, Mario Nunes Vais, Luciano Morpurgo, Francesco Paolo Michetti, Edoardo Gioja, così come il fondo di Piero Becchetti ed altri archivi più recenti che si sono aggiunti nel tempo.Nel 1975, con la costituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali da parte di Giovanni Spadolini il GFN venne trasformato nel laboratorio per la fotografia e il rilievo dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione - ICCD (D.P.R. 3.12.1975, n° 805), tuttora attivo.
- consistenza767101 negativi, 698432 positivi
- COLLOCAZIONEConvento delle Zitelle, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Roma
- modalità di acquisizioneproduzione propria