Antonio Niego nasce ad Anacapri il 12 giugno 1934 da Josef Niego, nato ad Istanbul da una famiglia di commercianti ebrei e Gemma di Franco, figlia della custode di Villa San Michele ad Anacapri. Dopo un'infanzia travagliata a causa delle origini ebraiche e in conseguenza delle leggi razziali, alla fine della guerra la famiglia tornò a Capri dove Antonio terminò le scuole elementari e frequentò le medie. Poi, dopo il trasferimento a Napoli si iscrisse al Liceo Sannazzaro. Intrapresi gli studi di giurisprudenza li abbandonò a favore dell'architettura: durante gli studi universitari, cominciò a dedicarsi con costanza alla fotografia, prima per passione e poi professionalmente. E’ di quel periodo un reportage fotografico sulle ville vesuviane in seguito pubblicato nel 1980 come corredo fotografico al testo "Ville e palazzi vesuviani" a cura di Vittorio Gleijeses. Dopo la laurea rimase all'Università come assistente volontario dell'architetto Massimo Rosi, poi come ricercatore e professore associato. Personaggio poliedrico, si dedicò anche alla scrittura coltivando la passione per la fotografia aerea con riprese a volo radente da un bimotore, restituendo la trama del paesaggio (si ricordi nella collezione la presenza di un gruppo di stampe alla gelatina di grande formato titolate "Napoli dal dirigibile" a cura del Battaglione Dirigibilisti - Sezione fotografie). Ha partecipato ed esposto le proprie fotografie di architettura in numerose mostre, collettive e personali. Intorno agli anni '80 comincia a raccogliere e collezionare materiale fotografico storico, cercando tra i ricordi familiari e frequentando antiquari e rigattieri. Interessato ad ogni argomento privilegia la fotografia d'architettura e la documentazione dei suoi territori d'origine, senza escludere luoghi lontani e differenti. Insieme alla fotografie raccoglie anche libri, numerose pubblicazioni di storia e tecnica della fotografia e materiale documentario sempre relativo a quest'ambito. La sua attività di fotografo lo porta a produrre documentazioni sul territorio che spesso trovano espressione nel corredo visivo di testi di architettura e sul paesaggio. Muore nel 2006.