La ricerca di Biasiucci si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, nel tempo, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. «Sono un fautore del luogo circoscritto, convintissimo che si possa esprimere tutto in un piccolo spazio, dove sei concentrato su pochi elementi con i quali avvii un dialogo-confronto (…). Da questo ripetuto confronto nascono le mie immagini. Non so bene il perché della scelta di quel determinato soggetto: la mia ricerca è alimentata dal mistero e termina quando esso tende a svelarsi»[1].

Nei suoi lavori i contesti fotografati diventano microcosmi rivelatori,  serbatoi di immagini che alludono alle complesse strutture della memoria e della tradizione. L’area siderurgica di Bagnoli, gli angiporti di Napoli; la stalla di Dragoni dove le vacche prosperano come a Varanasi, il mondo della pastorizia, il vulcano e i rigurgiti del magma, l’universo sconcertante della veggenza e della superstizione: una ricerca attraverso i luoghi familiari allo scopo di oltrepassarli, spogliandoli dei caratteri soggettivi. Le immagini di Biasiucci frantumano i confini delle cose note per fissarsi in un dominio che è sempre “altrove”, un territorio circondato da strani silenzi, forse anche da volontarie freddezze. Una realtà che genera interrogativi; ipotesi che la fotografia strappa alla latenza e il bianco e nero isola nello spazio come silhouette, profili morali delle cose in un processo dove le forme acquistano nuova e più poetica consistenza.

E' docente di “Fotografia come linguaggio artistico” presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare” un percorso per giovani artisti, come azione di volontariato sociale.

Tra i riconoscimenti: il premio “European Kodak Panorama” nel 1992 ad Arles; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards” e il “Premio Bastianelli”; nel 2016  Premio Cultura Sorrento. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a collettive nazionali e internazionali. Sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero. È stato tra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015.



[1] A. Biasiucci, in MAXXI Cantiere d’autore. Fotografie 2003-2006, Milano 2006, p. 70.